Non passa giorno in cui non si senta parlare di start-up. Ma sei sicuro di sapere cosa si intende esattamente con questo termine?
L’obiettivo di questo articolo è di fornirti tutte le informazioni che cerchi su questo argomento per certi versi ancora poco conosciuto. Cosa sono? Come nascono? Quali sono le differenze con le imprese tradizionali?
Mettiti comodo e partiamo per un viaggio in questo mondo così affascinante!
Cosa significa start-up?
Se anche tu, come tanti altri, ti sei chiesto cosa qual è il significato del termine start-up, eccoti accontentato.
Start-up può essere tradotto alla lettera con termini come “Avviamento” o “Accensione”.
È chiaro, quindi, che dietro a questo concetto si nasconda quello di un progetto imprenditoriale che prende forma, che si sta avviando.
Mettendo da parte la teoria, ci sono delle caratteristiche ben definite che fanno in modo che un’idea imprenditoriale possa essere definita come start-up.
Si tratta, in fondo, delle stesse particolarità che differenziano questi progetti dalle imprese tradizionali. Ma quali sono?
Stiamo parlando di:
- Scalabilità: la start-up, per meritarsi questa definizione, deve essere in grado di crescere in maniera esponenziale, nel giro di poco tempo, senza poter contare su grandi risorse. Ciò fa comprendere l’importanza di un piano di marketing studiato nei minimi dettagli;
- Replicabilità: una chiave del successo di queste aziende è la possibilità di poter essere esportate all’estero senza subire modifiche eccessive. Basta pensare ai casi illustri, tra gli altri, di Tik Tok o Netflix;
- Innovazione intrinseca: le start-up dovrebbero sempre nascere per proporre una soluzione a un problema rimasto ancora irrisolto o per soddisfare un bisogno rimasto insoddisfatto. L’idea che c’è alla base, quindi, deve essere quella di stravolgere il mercato di riferimento.
- Temporaneità: queste aziende sono contraddistinte dalla temporaneità e dalla transitorietà. Si tratta, infatti, della prima fase del ciclo di vita di un’impresa destinata, come spera chi ha fondato le start-up da tenere d’occhio nel 2024, a espandersi in poco tempo.
I 6 tipi di start-up
A classificare queste imprese ci ha pensato l’imprenditore e autore americano Steve Blank.
La sua categorizzazione comprende sei differenti modelli:
- piccoli business familiari: generano profitto, ma seguendo una linea di crescita più lenta;
- in stile Silicon Valley: aziende che operano soprattutto nell’ormai importante settore della tecnologia e che rispettano i quattro criteri visti nel paragrafo precedente;
- lifestyle: create per soddisfare determinate passioni;
- sociali: il guadagno è importante ma non una priorità. La volontà principale è di voler cambiare il mondo;
- grandi startup: presenti da molto tempo sul mercato, collaborano a rivoluzionare e innovare il proprio settore di riferimento;
- ideate per essere vendute rapidamente: create con il solo obiettivo di essere cedute, quindi guadagnandoci, ad altri soggetti che operano in quel settore.
Come funziona una start-up
Una start-up funziona esattamente come qualsiasi altra impresa anche se, in questo caso specifico, è molto importante evitare ogni tipo di spreco di risorse.
È fondamentale, quindi, preparare un approfondito business plan e analizzare con grande attenzione il rischio d’impresa, al fine di ridurlo ed evitarlo.
Uno dei metodi più utilizzati da coloro che, colti da un’idea imprenditoriale innovativa, voglio lanciarsi in questo mondo, è la Metodologia Lean.