Il galateo nuziale negli anni è diventato decisamente più flessibile e le opzioni a disposizione degli sposi sono più variegate e più accessibili, per dare ad ognuno la possibilità di esprimere la propria personalità tramite il look.
Lo stesso vale per il look dello sposo, che può scegliere tra vaste gamme di tessuti, forme, geometrie, accessori e stili adatti alla propria personalità. Oggi parleremo di uno dei tessuti più preziosi e più originali: il damascato.
La storia del tessuto damascato
Seta, lino, cotone, lana: le possibilità di creazione del tessuto damascato sono storicamente molteplici, ma tutte accomunate dalla possibilità di rendere lo sfondo del tessuto più lucido e il decoro, di solito floreale, leggermente più lucente. La storia del tessuto damascato è probabilmente iniziata in Cina, ma questo pregiato materiale ha viaggiato attraverso l’India e l’Asia fino all’Europa, dove è diventato simbolo di preziosità, nobiltà e religiosità attorno al 1600. Prende il nome dalla città di Damasco, capitale della Siria, all’epoca snodo commerciale cruciale per i trasporti tra l’Asia e il Vecchio continente.
La personalità dello sposo che sceglie un abito in damasco
“Personalità” è probabilmente la parola chiave da tenere a mente per lo sposo che sceglie un abito in damasco. Si tratta infatti di un tessuto ricco, prezioso, lavorato e non di frequente utilizzo: la personalità di chi lo indossa deve essere in grado di sostenere questa regalità senza venirne schiacciata.
Accanto a “personalità” c’è probabilmente “eccentricità”: per il suo uso raro, lo sposo che sceglie il damasco è probabilmente un brioso, un eccentrico, qualcuno che ama uno stile estremamente personale e che non passa inosservato.
Tra tono su tono e contrasti
Il tessuto damascato può essere prodotto sia in tono su tono che per contrasti.
Tra le tonalità tono su tono più classiche ci sono quelle dell’abito da sposo damascato blu, grigio o nero. Decisamente più particolari i rossi, i porpora e i viola.
Ulteriormente speciali ci sono i damascati che combinano diverse tonalità, una per il tessuto di sfondo e una per i ricami.
Se i damascati tono su tono sono più classici e tradizionali, e si possono adattare ad uno sposo eccentrico ma raffinato, i toni a contrasto richiedono ancora più personalità ed eccentricità per essere apprezzabili.
L’errore da non fare: sdrammatizzare il tessuto con gli accessori
Il tessuto damascato è per sua natura drammatico, raffinato, prezioso e ricco: rimanda ad un’atmosfera regale, tipica dei dandy del 1800 e di una nobiltà d’altri tempi. Accostarlo ad accessori semplici, evanescenti e dalle linee pulite significa mortificare il suo carattere. Bocciati dunque tutti gli accessori sportivi e minimalisti; via libera invece a pochette, gemelli, panciotti, cravatte e fermacravatte preziosi. Lo stesso vale per le scarpe: una stringata sportiva e in tessuto non si accosta bene al damascato, che richiede invece la pelle, rigorosamente lucida.
Attenzione inoltre alla lunghezza dell’orlo dei pantaloni: con un completo da sposo davvero classico e pregiato come il damascato è necessario curarla in modo millimetrico.