Gli effetti della musica sul cervello

La musica ci accompagna in moltissime attività della nostra vita, è in grado di suscitare emozioni, di legare persone e riportarci alla mente dei ricordi. Ma cosa succede nel nostro cervello quando ascoltiamo musica? Questa è una domanda che da molti anni si pongono gli scienziati e che, grazie a studi test e ricerca, ha portato a delle scoperte molto interessanti. Prima di capire in che modo la musica influenza la nostra mente e il nostro corpo è importante capire in che modo il cervello funziona e da cosa è formato. Partiamo subito!

Come funziona il nostro cervello

Il sistema nervoso è costituito da cellule chiamate neuroni che comunicano tra loro attraverso i neurotrasmettitori. I neurotrasmettitori non sono altro che delle piccole vescicole che si attivano, interagendo con i neuroni limitrofi, quando sopraggiunge un impulso emotivo, trasformando l’impulso nervoso in una risposta specifica.

Cosa succede quando ascoltiamo musica

La musica ha, sul nostro corpo, un effetto simile a quello di una droga psicoattiva che, come l’ascolto della musica, causa un rilascio di dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore che ha il compito di controllare l’attenzione, il movimento, il sonno, la sensazione di piacere e altre funzioni cognitive.

L’effetto della musica sul corpo

La musica, quindi, non influenza solo le emozioni e gli stati d’animo. Di recente, infatti, è stato studiato come sia anche in grado di condizionare il sistema cardio vascolare, il battito cardiaco e la pressione sanguigna. Molti atleti, infatti, prima di scendere in campo ascoltano musica per migliorare la concentrazione e acquisire la giusta energia prima di un match.

Al contrario, alcuni generi musicali sono in grado di rilassare e migliorare la qualità del sonno riducendo i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress).

In generale, la reazione del corpo dipende dal tipo di musica che si ascolta. La musica classica e meditativa funziona molto bene nella riduzione dello stress e del dolore, mentre la musica più ritmata influenza la concentrazione e la motivazione, migliorando l’umore.

Il comportamento del cervello quando ascolta una canzone

La fase di ascolto si divide in due parti: la prima consiste nell’udire ed è un fenomeno legato all’orecchio e al nervo acustico; la seconda si basa sull’intellettualizzazione del suono che avviene quando il suono supera il nervo acustico e raggiunge il sistema nervoso.

A questo punto il cervello sarà in grado di servirsi di due sistemi neurali per riconoscere la melodia e, separatamente, il significato delle parole.

Questo avviene coinvolgendo i due emisferi del cervello, quello sinistro (che si occupa della parte logica) e che si concentrerà sul linguaggio e quello destro (l’emisfero intuitivo) che si occuperà della parte musicale. La parte destra attiverà l’immaginazione creando emozioni, la parte sinistra, invece, analizzerà la struttura del brano e il significato delle parole.

Uno studio interessante mostra come i musicisti percepiscano la musica in modo diverso a seconda delle loro intenzioni. Se vogliono godersi la musica ascolteranno in modo istintivo con l’emisfero destro. Nel caso in cui, invece, vogliano analizzare il brano dal punto di vista tecnico entrerà in gioco l’emisfero sinistro.

I benefici della musica sui due emisferi del cervello

Se si parla dell’emisfero sinistro i vantaggi coinvolgeranno la memoria, la motricità, il senso del ritmo e la coordinazione corporea. Se si parla dell’emisfero destro, invece, noteremo uno sviluppo dell’immaginazione e della creatività.

Gli studi effettuati sui musicisti

Negli ultimi decenni gli scienziati si sono dedicati molto allo studio della musica sul cervello. Un test significativo è stato effettuato tramite la risonanza magnetica funzionale monitorando in tempo reale pazienti che svolgevano attività come la lettura e lo svolgimento di calcoli matematici, per analizzare quali zone del cervello queste attività attivassero. Quando il test è stato effettuato su pazienti intenti ad ascoltare musica, gli scienziati hanno notato come le aree cerebrali fossero molte di più rispetto a quelle attivate dalle attività precedenti. Così gli studi sono passati dagli ascoltatori ai musicisti e si è visto come suonare corrisponda ad un’attività fisica completa. Il cervello, mentre la persona suona, elabora moltissime informazioni ( come la lettura delle note, il ritmo, il solfeggio, i movimenti del corpo, ecc.) attraverso percorsi intricati e complicati ma sorprendentemente veloci. Gli scienziati, hanno così capito che suonare coinvolge ogni aerea cerebrale allo stesso tempo, soprattuto la corteccia visiva, uditiva e motoria e attraverso l’esercizio costante e metodico l’esercizio strumentale migliora e rafforza le funzioni cerebrali non solo in musica ma in tutti gli aspetti della vita.

E’ troppo tardi per studiare musica?

Dopo aver illustrato i benefici che l’ascolto e la pratica della musica hanno sul nostro cervello non sicuramente ti starai chiedendo : quando posso cominciare? E’ troppo tardi?

Non esiste alcun limite di età per approcciarsi al mondo della musica ed ottenere così tutti i benefici che quest’arte ha. Oltre a tenere la mente sveglia e attiva, potenzierà la coordinazione, la concentrazione, il problem solving e la creatività, senza tralasciare i molteplici effetti calmanti e antistress che può apportare.

Se sei interessato visita questa pagina per capire come è strutturato il mondo della musica e da dove cominciare

E tu hai dei brani musicali che hanno degli effetti particolari sul tuo umore e sul tuo stato d’animo?

Qui di seguito ti propongo alcune musiche tra le più rilassanti in assoluto, prova ad ascoltarle:

  • Pachelbel Canone
  • Schubert sinfonia n.8
  • Chopin notturno op. 27 n2
  • Mozart concerto per pianoforte k467 n. 21, II- Andante
  • Beethoven sinfonia 6